giovedì 11 settembre 2008

Uscito il saggio I SEGRETI DELLA SISTINA


E' uscito per Rizzoli il libro I SEGRETI DELLA SISTINA, scritto da Roy Doliner, studioso di fede ebraica, e il rabbino americano Benjamin Blech. Un libro rivoluzionario che sta già cambiando il modo di intendere l'opera di Michelangelo e più specificamente il suo capolavoro, la Cappella Sistina, legata inaspettatamente e in modo indissolubile alla Cabala. Michelangelo avrebbe disseminato la cappella Sistina di segni, codici e messaggi cabalistici rendendoli impossibili da decodificare per chi non fosse avanzato nella scienza occulta della Cabala, e non era certo il caso di Papa Giulio II, commissionatore dell'opera.

Ma Doliner e Blech, che sono ebrei, hanno riconosciuto il codice di Michelangelo e lo hanno rivelato nel loro saggio, già un successo negli USA. Ho incontrato Roy Doliner a Roma nel mese di Luglio e con lui è nato un sincero rapporto di amicizia. Ho avuto l'onore di entrare con lui nella Cappella Sistina due giorni fa, insieme alle cinque guardie del corpo del vicepresidente degli Stati Uniti in visita a Roma (foto in basso). Roy ci ha spiegato ogni minimo particolare di quella che era la visione cabalistica di Michelangelo trasposta nelle immagini e codificata in alune delle figure portanti dell'opera.



Ecco un breve estratto dell'intervista che pubblico in anteprima, riservandomi successivamente di dire dove la potrete leggere:
«Tutte le guide che ne parlano, e sono poche quelle che lo fanno, affermano che c’è un piccolissimo rotolo dipinto sulla volta, accanto all’orlo della gonna di Geremia. Le guide dicono che in quel rotolo ci sono due lettere greche, l’Alfa e l’Omega, l’Inizio e la Fine, vale a dire uno dei soprannomi di Gesù. Sotto, affermano, ci sia la firma di Michelangelo e ancora sotto le date 1508-1512, gli anni del lavoro sulla volta. Dopo la recente pulizia della volta ho visto finalmente le immagini di quel rotolo, non c’è niente di greco lassù, non c’è la firma di Michelangelo e neanche le date, ma solo due lettere ebraiche: l’Alef ma scritto come lettera latina, e poi il carattere “Ayin”. Si tratta delle due lettere mute della lingua ebraica. Queste due lettere non vanno insieme però c’è una circostanza sola in cui questo accade ed è conosciuta solo dagli studiosi, essendo nel Talmud, e serve per dire che essendo due lettere mute se c’è un solo sacerdote nel Tempio Santo che non sapesse distinguerle, non meriterebbe di servirvi. E dove mise Michelangelo queste due lettere? Proprio sopra la testa di papa Giulio II, per dire “questo Sommo Sacerdote non è degno” (riferendosi al papato del tempo ovviamente). Questo è stato uno dei primi indizi, ma ce ne sono tanti altri, che sono venuti fuori man mano e così tutto si è completato in quadro che mi ha svelato il messaggio basato su conoscenze e codificazioni ebraiche che Michelangelo nascose nella Cappella Sistina. Sulla volta ci sono più di trecento figure, vuoi sapere quanta percentuale di roba cristiana? Zero! Il 5% è pagano e il 95% ebraico. Così mi son detto: “C’è qualcosa qua che non quadra con le spiegazioni ufficiali”. Da allora non è passato giorno che non abbia scoperto cose nuove a sostegno della mia ipotesi.»



Intanto vi consiglio caldamente la lettura de I Segreti della Sistina, un saggio affascinante che già alcuni rinomati storici dell'arte (tra cui Enrico Todeschini) stanno presentando come illuminante e rivelatorio della visione unificante di Leonardo, la cui intenzione era quella di riportare unione tra le due grandi religioni attraverso il loro messaggio intimo e di conoscenza più profondo, quello della Cabala.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nella terz'ultima riga forse intendevi dire "Michelangelo" invece che "Leonardo"...